Disciplina stradale e circolazione, in un pittoresco che scompare e in un moderno che avanza, sono i temi da affrontare in una Bologna, degli Anni Trenta, che stenta a rinunciare alla sua particolarissima "filosofia della strada".

Una villa bolognese di proprietà di un principe residente a Napoli, un dignitario egiziano e la sparizione di preziosi del valore di £. 28000 nella Bologna del 1910.

Su iniziativa di donna Laura Minghetti e ideazione del cavaliere Alfonso Rubbiani, le signore bolognesi offrirono, nel gennaio 1897, un prezioso dono di nozze alla principessa di Napoli.

Sono riemerse dal passato oltre 170 fotografie di mobili realizzati dallo scultore e intagliatore Armando Minguzzi (Imola, 1884 – Bologna, 1940) nel suo laboratorio "Vétera Nova".

Il parco, inglobato in un tessuto oggi fortemente urbanizzato, è stretto in un reticolo di vie con denominazioni che non fanno alcun riferimento alla storia o alle caratteristiche del luogo che attraversano ma che ricordano località e fiumi italiani.

«La città di Bologna ha dei contorni deliziosi che non sono abbastanza conosciuti ed apprezzati. Da San Michele in Bosco, all’Osservanza, San Luca, è tutto uno stupendo panorama di amene colline...».

Una torre di ferro, una sorta di "Tour Eiffel" dei bolognesi, sorvegliava dalla collina la città. Era una "delizia" per i suoi proprietari e un soggetto per alcune opere di Giorgio Morandi.

«None non esiste più, non rimarrà nemmeno tanto muro da coprire di edera e far funzionare come rovina pittoresca». Elsa Dallolio avvisò così Iris Origo della distruzione della sua villa. Le due amiche, visitando le rovine, che cosa trovarono?

Percorrendo via Saragozza si vede, nel parco di Villa Spada, la torre neogotica dove per tradizione si dice sia stato rinchiuso Ugo Bassi prima della sua esecuzione. Si nota la presenza di un inconsueto tetto a falde. C’è sempre stato?