Il tenore Emilio Naudin (Parma, 1823 - Bologna, 1890) e la sua villa bolognese

Il parco di un’antica villa, inglobato in un tessuto oggi fortemente urbanizzato, è stretto in un reticolo di vie con denominazioni che non fanno (purtroppo) alcun riferimento alla storia o alle caratteristiche del luogo che attraversano ma che ricordano più genericamente località e fiumi italiani. Ci troviamo - come è stato facile intuire, per chi ha un po’ di dimestichezza con i nomi delle strade bolognesi - nel quartiere Savena. Nel parco – con ingressi dalle vie Faenza, Arno e Massa Carrara – si trovano la villa, nota oggi come Riccitelli, principalmente sede di una filiale di un noto Istituto bancario e l’oratorio di Santa Croce, sconsacrato, i cui spazi ospitano oggi il “Teatro degli Angeli”. A chi sono appartenuti questi edifici? 


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Villa Riccitelli (Foto Kérylos Architettura, 2020)

Tra i proprietari meno noti, o forse del tutto dimenticati, si possono annoverare “M. et Mme Naudin” ovvero il famoso tenore cavaliere Emilio Clodovaldo Naudin (Parma, 1823 - Bologna, 1890) e la baronessa Paolina de Forster (Varsavia, 1822 - Distretto consolare di Nizza, 1882). L’anno 1875 - in cui la coppia acquistò, dagli eredi Golfieri, la villa appartenuta in precedenza alla famiglia Cantoni e ancor prima a quella dei Rusconi - fu ricco di impegni e di soddisfazioni per il tenore che si era esibito con successo a Londra, Mosca, Madrid e Barcellona. Egli era al culmine di una carriera densa di importanti riconoscimenti da parte dei suoi contemporanei.


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Étienne Carjat (Fareins, 1828 - Parigi, 1906), Ritratto di Emilio Naudin, 1870 ca.

«Il Naudin degli anni migliori rappresenta l’archetipo del tenore romantico, avventuroso, elegante, sfarzoso e prodigo; alcuni lo descrivono bellissimo, altri ne sottolineano l’aspetto cupo e tenebroso, che certo non dovette stonare col carattere di molte sue parti preferite, sia donizettiane sia verdiane. Come “re del melodramma” poteva dunque rivaleggiare con l’altro grande tenore romantico, Mario (alias Giovanni Matteo De Candia), ancor più celebre e fascinoso. Se le sue doti vocali gli permettevano di misurarsi con gli accenti drammatici del Trovatore, l’agilità e la grazia canore (con un disinvolto utilizzo del falsetto), sopperendo alla limitata potenza, lo mettevano più a suo agio nei ruoli patetici (come l’Edgardo di Lucia, forse il personaggio più congeniale) ma anche, grazie a sottili qualità interpretative, in quelli più ambivalenti, cinici e spregiudicati, come il Duca di Mantova o Fra Diavolo». (P. Faustini)

 

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Étienne Carjat (Fareins, 1828 - Parigi, 1906), Caricatura del tenore Emilio Naudin pubblicata sulla rivista Le Boulevard. Journal Littéraire Illustré.


La villa dei coniugi Naudin divenne il luogo del riposo tra una tournée e l’altra; una tra le più importanti di questo periodo portò Naudin, nel 1877, insieme alla compagnia del compositore e direttore d’orchestra Joan Goula i Soley (San Feliu de Guíxols, 1843 – Buenos Aires, 1917), in Andalusia. Molti viaggi, molte esperienze arricchirono la sua vita professionale e umana fino a quel terribile 1880 – esattamente cinque anni dopo l’acquisto della villa – in cui le cattive condizioni della sua voce costrinsero Naudin a limitare il repertorio quasi esclusivamente alla parte di Edgardo della Lucia di Lammermoor «perlopiù su piazze italiane di second’ordine: le ultime applaudite esibizioni si ebbero nell’estate 1882 al teatro Ristori di Verona e al teatro Scribe di Torino. Abbandonate temporaneamente le scene, fors’anche a causa di una malattia che lo avrebbe portato alla morte, nel marzo 1885 tentò un ritorno al teatro del Corso di Bologna: l’esito infausto sancì la fine della carriera, che ebbe per strascico un modesto impiego nel Casinò di Montecarlo». (P. Faustini)

La sua ultima esibizione al Teatro del Corso non incontrò, quindi, l’agognata acclamazione ma fu accolta da una «sonora disapprovazione». Sulla stampa trovò spazio una critica accesa: «la prima edizione della Lucia ha naufragato perché il tenore Naudin, che non è più in fresca età, s’è voluto presentare in pubblico, benché fosse indisposto. È avvenuto quel che doveva avvenire; il Naudin ha sciolto il proprio contratto. Passata questa nube, la Lucia va a gonfie vele, dopoché la parte di Edgardo è affidata al distinto Fagotti, artista che gode giustamente la simpatia del pubblico». (Il Mondo Artistico, 24 marzo 1885)

Il tenore aveva all’epoca sessantadue anni e da tre anni era vedovo. La moglie Paolina, una figura quasi assente nelle biografie dell’artista (viene spesso ricordato il matrimonio con una misteriosa “baronessa vedova”), ebbe, invece, un ruolo di rilievo nella vita del marito, sempre al suo fianco nei memorabili mercoledì parigini del 1865 in cui «M. et Mme Naudin réunissait […] une socièté aussi nombreuse que choisie d’artistes et d’hommes du monde». (Revue et Gazette Musicale de Paris, 1895).

Si strinsero accanto a Naudin, in questi anni difficili, il tenore Achille Corsi (Legnago, 1840 - Bologna, 1906) lontano dalle scene dal 1882 e la figlia Emilia (Lisbona, 1870 – Bologna 1927), soprano che aveva debuttato nel novembre 1866 al Teatro Comunale di Bologna nella Carmen nel ruolo di Micaela.  Della morte di Naudin, avvenuta il 5 maggio 1890, ne diede notizia «Il Mondo Artistico. Giornale di Musica dei Teatri e delle Belle Arti» nell’edizione dell’8 maggio 1890:

«Emilio Naudin. Un altro grande artista scomparso. Il già celebre tenore era nativo di Parma, ed è morto l’altro giorno a Bologna. Fu lui che cantò per primo la parte di Vasco di Gama quando l’Africana andò in scena nel 1865 all’Operà di Parigi. Tutti i grandi teatri d’Italia ricordano i suoi successi. La sua ultima apparizione a Milano fu nel Fra Diavolo, in cui era un grande protagonista».

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Erwin Hanfstaengl (1838–1904), Ritratto di Emilio Naudin. 1860-70 ca.


Poche righe per riportare alla mente dei lettori alcuni aspetti salienti della sua vita: un accenno all’origine parmense, senza troppo indugiare sulla primissima formazione alla corte di Maria Luigia (Vienna, 1791 – Parma, 1847), ove grazie al padre Giuseppe Naudin (Parma, 1791-1872), acquarellista e celebre miniaturista, “pittore di camera” ed “educatore” artistico della duchessa, egli aveva potuto – dall’età di 7 anni – prendere lezioni di gravicembalo da Ferdinando Simonis (Parma, 1773 – 1837) maestro al cembalo presso la corte dal 1816 al 1834.

Dopo aver frequentato il Nuovo Collegio Maria Luigia, si iscrisse a Medicina all’Università di Parma ma «l’amor suo, la sua passione era la musica. Dotato d’una voce di tenore giudicata ottima da persone dell’arte, fu incoraggiato a consacrarsi ad essa interamente, e seguitò il consiglio. Abbandonata la facoltà medica si trasferì nel 1843 a Milano, e sotto la direzione di Giacomo Panizza, uno de’ migliori maestri milanesi, si lanciò nel teatrale arringo. Il primo passo nell’infido mare della scena lo fè a Cremona, con un capolavoro della scuola moderna, la Saffo». (F. Regli)

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Erwin Hanfstaengl (1838–1904), Ritratto di Emilio Naudin nel ruolo di Vasco da Gama ne L'africana, 1865.



Impossibile non menzionare la sua interpretazione di Vasco da Gama nell’opera lirica drammatica in cinque atti, L’Africana, non solo perché fu il primo a interpretare quel ruolo ma perché proprio quel ruolo era stato creato su misura per lui. Giacomo Meyerbeer (1791-1864), autore della musica su libretto di Eugène Scribe (1791-1861), l’aveva destinato a lui con una specifica clausola del suo testamento. Situazione che Naudin sfruttò per chiedere un sostanzioso compenso, anch’esso passato alla storia.



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Villa Riccitelli e oratorio di Santa Croce (Foto Kérylos Architettura, 2020)


I successi e gli eccessi della sua vita sono stati probabilmente, più e più volte, raccontati negli ambienti della sua villa bolognese, testimone silenziosa dei suoi racconti e del suo canto che «non ha la prepotenza della forza, ma il fascino divino della grazia: egli canta con quel canto che tocca il cuore e richiama sulle ciglia il pianto». (Monitore di Bologna, Maggio 1871)



Ramona Loffredo

TESTIMONIANZE

«La storia dell’arte musicale è piena di protettori e d’ispiratori. Che sarebbe stato, per esempio del tenore Emilio Naudin, morto in questi giorni, se una brava amica di casa, la signora Puzzi, avendo udito cantare una sera il giovane parmigiano non lo avesse spronato a lasciare la medicina per la musica? ... La signora Puzzi non fu tranquilla finché Maria Luigia, la duchessa di Parma, che fino allora lo aveva mantenuto agli studi di medicina, non le ebbe promesso che l’avrebbe incamminato all’arte. E così fu. La casa del maestro Panizza, allora famosa a Milano, risuonò della voce insinuante del Naudin. Nel 1843, egli esordiva a Cremona, e più tardi Giacomo Mayerbeer, scrisse per lui l’Africana, e Rossini gli regalava un pianoforte prediletto, e Verdi lo proclamava insuperabile. È morto a Bologna, paralitico. Gli arti gli avevano rifiutato da più d’anni ogni ufficio; ma la memoria gli serviva spesse volte, e benissimo. Allora ricordava gli splendidi trionfi, ma considerando il proprio stato, terminava col sospirare desolato:

-         Avessi fatto il medico!

In questo sospiro si compendia tutta la vita dell’artista, le cui ardenti emozioni non sono infatti le più adatte per arrivar sani alla canizie».

(Cola e Gigi, Corriere, in «L’Illustrazione italiana», a. XVII, n. 21, 25 maggio 1890, p. 350)


Fonti e bibl. relative a Emilio Naudin: 

Dizionario biografico dei più celebri poeti ed artisti melodrammatici, tragici e comici: maestri, concertisti, coreografi, mimi, ballerini, scenografi, giornalisti, impresari ecc. ecc. che fiorirono in Italia dal 1800 al 1860, compilato dal cav. dottor Francesco Regli, Torino, coi tipi di Enrico Dalmazzo, 1860, pp. 354-355; «Il Mondo Artistico. Giornale di Musica dei Teatri e delle Belle Arti», n. 13, 24 marzo 1880, p. 7; n. 21, 8 maggio 1890, p. 3; Cola e Gigi, Corriere, in «L’Illustrazione italiana», a. XVII, n. 21, 25 maggio 1890, p. 3; P. Faustini, Naudin, Emilio Clodovaldo, in Dizionario Biografico degli italiani, 78, Roma, Treccani, 2013.


Fonti e bibl. relativa a Villa Riccitelli e Oratorio di Santa Croce: ricerca d’archivio in corso.