Quando a Bologna c'erano due funicolari



«La città di Bologna ha dei contorni deliziosi che non sono abbastanza conosciuti ed apprezzati. Da San Michele in Bosco, all’Osservanza, San Luca, è tutto uno stupendo panorama di amene colline che reclamano di essere messe in comunicazione col piano, ed io credo che se si incomincia col Monte della Guardia ne verrà in seguito anche la necessità di altre ferrovie funicolari». Nel 1885, con queste parole l’ingegnere emiliano Alessandro Ferretti (Fabbrico, 1851 – Napoli, 1930) cercò di argomentare la necessità e le opportunità di una funicolare di collegamento fra la città felsinea e il colle del Santuario di San Luca. Allo studio di questo progetto e alla sua costruzione, Ferretti dedicò tempo, ingegno e denaro dal 1882 al 1889.

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Ritratto dell'ingegnere Alessandro Ferretti (foto tratta dal web)


Il 6 novembre 1882 l’ingegnere presentò domanda al Municipio di Bologna per ottenere una «regolare concessione di impiantare un piccolo tramvaj funicolare lungo la strada comunale costeggiante il portico monumentale che dalla Piazza del Meloncello conduce al Santuario di San Luca». L’impianto proposto era formato da due tronchi distinti, il primo di lunghezza doppia rispetto al secondo: Meloncello-Forte Costantini (dove la strada sottopassa il portico) e Forte Costantini-Vigna Balli (poco oltre la polveriera). La funicolare si fermava, quindi, ancor prima dell’Antica osteria di San Luca e proprio il mancato raggiungimento della sommità del Colle e di conseguenza del Santuario era una delle maggiori criticità del progetto presentato. Le vetture – con capienza massima di 12 persone e dotate di «opportuni freni pronti ad entrare in funzione per eccesso di velocità o per rottura della fune traente» – correvano lungo una rotaia che destava non poche preoccupazioni nell’Amministrazione municipale. Si pensava, all’epoca, che il restringimento della carreggiata a causa della presenza della rotaia, avrebbe potuto generare difficoltà nel traffico veicolare. Per ovviare a questo problema e non occupare stabilmente la ristretta sede stradale, Ferretti sperimentò una carrozza a trazione funicolare senza rotaie: idea che, ben presto, fu costretto ad abbandonare.

I primi esperimenti di trazione funicolare, nel primo tratto verso San Luca, furono condotti nei giorni 19 e 28 maggio 1883. Ferretti continuava, sospinto dagli esiti degli studi teorici e pratici, ad apportare modifiche all’idea iniziale; egli progettò una carrozza dotata di un «moderatore automatico della velocità ottenuto per mezzo di due ventole le quali sono mosse dai due assali delle ruote mediante una semplicissima trasmissione a vite perpetua con velocità 10 volte maggiore di quella della carrozza e con superficie complessiva di 4 mq».  Per impedire alle ruote delle vetture di scivolare sulle rotaie, Ferretti propose di munirle di opportuni cerchioni di caoutchouc (caucciù). Forse, egli aveva già intravisto le potenzialità dell’applicazione della ruota con anello di gomma ai veicoli ferroviari.


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«Carrozza ideata dall'ing. A.Ferretti per la funicolare di San Luca. Il Ferretti aveva pure ideato un moderatore automatico della velocità a mezzo di ventole che si vedono applicate alle ruote».  (immagine tratta da Gasparri F., La Funivia Bologna – San Luca, in «Il Comune di Bologna», a. 1933, marzo, p. 10).

Ferretti costituì un Comitato promotore per la realizzazione della funicolare, composto da egregie personalità e presieduto dal principe Cesare Hercolani, che il 13 aprile 1885 pubblicò un opuscolo a stampa per illustrare il progetto. Nella premessa Hercolani così si espresse: «Si tratta di rendere più facile l’accesso ad uno dei nostri maggiori monumenti quale è il Santuario amatissimo della Madonna di San Luca ed insieme si procura ai cittadini la possibilità di una salubre passeggiata sul Monte della Guardia che è certamente destinato a diventare uno dei luoghi più deliziosi di villeggiatura».  

Al Comitato offrirono il loro certo efficacissimo appoggio: la Fabbriceria di San Luca che non poté «che rallegrarsi di vedere facilitata ai fedeli la visita al Tempio la quale diventerà accessibile anche ai vecchi ed ammalati che ora per debolezza fisica non possono salire la ripida strada»; il Genio Militare che vide «con piacere l’attuazione di un mezzo di trasporto che può immensamente cooperare alla difesa delle importanti fortificazioni delle colline bolognesi»; il Club Alpino che pensò di «istituire sul Monte della Guardia, degno completamento dell’osservatorio meteorologico Malvasia, una Vedetta dell’Appennino che sarà […] il faro dei nostri sguardi nelle peregrinazioni per le montagne, dalle quali quasi sempre ci appare nel lontano orizzonte la cupola del Santuario di San Luca».

Il progetto presentato nell’opuscolo illustrava il definitivo impianto, che era «molto più completo ed importante del primo impianto progettato nel 1882. Il binario era previsto con rotaie lisce […], in parte con una terza rotaia dentata posta sulla sinistra del binario nei tratti di maggiore pendenza. La fune traente doveva scorrere nella mezzaria del binario in apposita scanalatura difesa da due lungherine in legno. La forza motrice era progettata in 50 HP invece dei 4 del primo progetto e la vettura di capacità di 30 passeggeri».

Dopo tutti questi studi, però, il Municipio, pur avendo autorizzato gli esperimenti, non volle concedere il nulla osta per una definitiva concessione, preoccupato in particolar modo «delle serie difficoltà che l’impianto di una funicolare in sede stradale avrebbe potuto arrecare al traffico dei veicoli ordinari».

Tutto sembrava ormai perduto, quando Ferretti capì che un grande evento, in programma a Bologna per l’anno 1888, poteva offrire l’occasione giusta per la costruzione non di una ma addirittura di due funicolari. Si trattava dell’Esposizione emiliana progettata nell’anno nel quale si sarebbe festeggiato l’VIII centenario dell’Università e il quarantesimo anniversario dell’VIII agosto con l’inaugurazione delle statue a Vittorio Emanuele II e a Ugo Bassi. L’esposizione di musica, d’industria e d’agricoltura si sarebbe tenuta ai Giardini pubblici intitolati al nome della prima regina d’Italia, Margherita e l’esposizione d’arte alla villa ex legatizia di S. Michele in Bosco. Ferretti ottenne direttamente dal Ministero dei Lavori Pubblici il permesso per l’impianto di due funicolari per il solo periodo dell’Esposizione: una che collegava i giardini Margherita con il colle di San Michele in Bosco e l’altra il Meloncello con il Forte Costantini. Ottenne l’autorizzazione ma non i finanziamenti statali e municipali. A nulla servì ricordare che il Governo aveva stanziato £. 900 mila e il Municipio di Torino £. 300 mila per la costruzione della tramvia funicolare torinese che collegava il quartiere precollinare di Sassi con la collina di Superga, inaugurata il 27 aprile 1884 in occasione della Esposizione generale italiana (Torino).

L’apertura dell’esercizio, il 19 agosto 1888, del primo tronco di funicolare per San Luca, fu autorizzata con decreto prefettizio, in seguito al verbale favorevole ottenuto tramite visita di collaudo dell’Ufficio del Genio Civile e dell’apposita Commissione Municipale.  A quell’epoca Ferretti aveva già progettato alcune delle più importanti funicolari italiane: del Monte dei Cappuccini a Torino (1885); di Mondovì (1866) e di Bergamo Alta (1887). In quello stesso anno 1888 Ferretti era stato impegnato nella progettazione e costruzione della funicolare di Orvieto. Egli, instancabile, aveva inoltre progettato un ascensore pneumatico per la Torre Asinelli; progetto che andò in mostra all’Esposizione emiliana e che venne, poi, presentato nel 1902 al Sindaco di Bologna.

La funicolare per San Michele in Bosco «ebbe lusinghiero successo e fu frequentatissima».

Per accedere all’Esposizione di Belle Arti in San Michele in Bosco, il Comitato esecutivo, oltre che ad assicurare un regolare servizio d’omnibus e di vetture pubbliche, aveva fatto costruire un tram a vapore che, partendo dal viale attiguo al piazzale centrale dei Giardini, percorreva la via esterna, detta Panoramica e saliva sul colle in modo da avvicinarsi il più possibile all’ingresso del Padiglione di Belle Arti.

Né ciò bastando si trovò il modo di costruire una ferrovia a trazione funicolare a doppio binario la quale, partendo dai pressi del ponte su l’Aposa nella via Panoramica, ascendeva, in linea retta, sul versante settentrionale del colle della Villa ex Legatizia, fino al piazzale esterno della Chiesa.


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«Funicolare Ferretti a S. Michele in Bosco. Stazione di partenza». (immagine tratta da Gasparri F., La Funivia Bologna – San Luca, in «Il Comune di Bologna», a. 1933, marzo, p. 11).


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«Funicolare Ferretti a S. Michele in Bosco. Stazione di arrivo» . (immagine tratta da Gasparri F., La Funivia Bologna – San Luca, in «Il Comune di Bologna», a. 1933, marzo, p. 11).

L’Esposizione emiliana, aperta il 6 maggio 1888, chiuse i battenti l’11 novembre e le funicolari proseguirono la loro attività fino al 31 dicembre, giorno in cui il servizio fu interrotto. Ferretti, non rassegnato all’idea di smontare le sue opere, chiese e ottenne un’altra concessione per riprendere l’esercizio in via provvisoria. L’attività “Funicolare Ferretti” riaperta il 21 aprile 1889 cessò, però, definitivamente tre mesi dopo.


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«Funicolare Ferretti a S. Michele in Bosco. Veduta del percorso». (immagine tratta da Gasparri F., La Funivia Bologna – San Luca, in «Il Comune di Bologna», a. 1933, marzo, p. 10).


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Pubblicità della Funicolare Ferretti, 1889 (Collezione privata)

A Ferretti spettò l’ultima triste considerazione, indirizzata al Sindaco di Bologna il 25 luglio 1889: «Nell’esercizio della funicolare di San Luca avendo ottenuto in quest’anno un risultato finanziario affatto passivo, non riuscendo le scarse rendite a pagare le spese di esercizio, sono venuto nella dolorosa necessità di sospendete il funzionamento della medesima. E quindi con la presente rinuncio a quanto cotesta On.le Giunta Municipale gentilmente volle accordarmi con la concessione provvisoria dell’esercizio, vale a dire all’impianto definitivo della funicolare».

Il sogno bolognese dell’ingegnere Alessandro Ferretti fu così bruscamente interrotto ma l’idea di collegare la città con il colle della Guardia non verrà abbandonata, anzi sarà ripresa nel 1928 dal podestà Leandro Arpinati. Nel 1931, infatti, in occasione dell’apertura della Fiera del Littorale alla presenza del ministro delle Comunicazioni Costanzo Ciano, sarà inaugurata la Funivia Bologna-San Luca. Il suo progettista Ferruccio Gasparri, in un articolo del 1933, prima di descrivere «dettagliatamente l’importante impianto cittadino, [decide di] premettere alcune notizie storiche e pressoché inedite su analoghe iniziative e mettere in doverosa luce l’opera sfortunata ma non per questo meno lodevole di un precursore: l’ingegner Alessandro Ferretti».  

 Ramona Loffredo


Bibliografia

Biancini B., La grande esposizione del 1888, in «Il Comune di Bologna», a. 1937, aprile, pp. 27-31.

Gasparri F., La Funivia Bologna – San Luca, in «Il Comune di Bologna», a. 1933, marzo, pp. 6- 17.

Ferretti A., Progetto Ferretti di ferrovia funicolare al Monte della Guardia presso Bologna, Bologna, Società Tipografica già Compositori, 1885.